Considerazione…

Questa mattina mi sono svegliato con una domanda: Chi è più cattolico, quello che va a seguire la Messa in Vaticano dal Papa, e si limita a quell’evento o chi segue la Messa tutti i giorni dal Parroco della propria Chiesa rionale?

Si può misurare la fede in base a questi parametri? Il primo potrà sicuramente affermare che si avvale dei sacri effluvi emanati da Sua Santità in persona e potrà (giustamente?) supporre di avere dei punti in più di fronte a S.Pietro, il secondo potrà dire di avere più frequenza e quindi più contatto con l’Istituzione Ecclesiastica, la quale è in diretto contatto con il Santo Padre.

E’ una situazione di stallo? Forse… esiste un unico modo di appurare da che parte pende l’ago della bilancia, guardare nell’anima del credente, se nel primo può esserci una presunzione svilente, determinata dal “pellegrinaggio” alla Santa Sede, nel secondo può esserci una slavata pratica che scade nell’abitudinario.

E quindi? Quale può essere una soluzione nel determinare “il migliore”?

Forse pesare la fede… in entrambi possono esserci delle gravi carenze date da difetti caratteriali ma se questi vengono messi di fronte alla volontà di miglioramento, usufruendo dei precetti che la Chiesa fornisce ai fedeli e dell’umiltà con cui il medesimi si pongono, lavorando su se stessi, queste carenze potrebbero svanire.

Ancora una volta si rivelano concetti già visti… Sacrificio, umiltà, voglia di mettersi in discussione per poter migliorare se stessi per se stessi ma anche per potersi porre nei confronti del prossimo.

In questo mondo dove la grettezza è imperante, dove non esiste più rispetto, impegno, volontà, dove impera la superficialità, l’approssimazione, dove basta l’appartenenza per sentirsi “affermato” , dove bastano adesivi, patch, stelline sui Forum, dove la tastiera ha sostituito il dialogo dove ci si fronteggia di persona, proprio in questo momento è necessario iniziare (o proseguire) un’azione personale dove noi stessi e non i nostri “avatar” tendiamo verso la vera modifica.

Quindi tutto il mondo è paese… l’ortodosso pensa di essere migliore del cristiano, il musulmano detiene la verità mentre l’avventista dell’ultimo giorno parla come un profeta e il testimone di geova cita brani dall’Apocalisse…

Credo che la Verità si possa trovare nella propria Anima e credo possano esserci tante verità e che ognuno ne possieda un piccolo pezzo, sta in noi se accontentarci del piccolo frammento o se unire i pezzi…

L’importante è che a qualsivoglia decisione si giunga si tratti il proprio prossimo con rispetto, benevolenza e senso di appartenenza.

 

Arigato

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Conoscere la propria Ombra

 

Analizzando il tema dell’Ombra nell’opera di Jung attraverso uno prospettiva storica si può osservare uno sviluppo diacronico, e nella fattispecie si può notare come nelle opere Simboli della trasformazione (1912), Psicologia dell’inconscio (1912-42), Tipi psicologici (1921) l’Ombra è trattata come accezione meramente psicologica, ossia come parte inferiore della personalità e coincide con il concetto di inconscio personale. Successivamente si assiste ad una graduale evoluzione che coglie dell’Ombra l’aspetto sovrapersonale e sovratemporale allargandosi poi alla problematica del Male: problematica che trova la sua più matura espressione in Psicologia e alchimia (1944) , Aion (1951) , Risposta a Giobbe (1952) , Mysterium Coniunctionis (1955) . Si passa dunque da una concezione personale dell’Ombra come somma del negativo dell’individuo ad una concezione sovrapersonale in cui l’Ombra è Ombra assoluta, il negativo dell’esistenza, il Male. Distinguiamo quindi un Ombra come parte inferiore della personalità, Ombra come archetipo e Ombra come immagine archetipica.in psicanalisi da Jung e altri autori, per indicare le idee innate e predeterminate dell’inconscio umano

Carl Gustav Jung teorizza che l’inconscio alla nascita contenga anche delle informazioni innate, trasmesse in modo ereditario in virtù dell’appartenenza dell’individuo ad una collettività e chiama questo sistema psichico inconscio collettivo, distinguendolo dall’inconscio personale che deriva direttamente dall’esperienza personale dell’individuo. La formulazione dell’archetipo è più volte ridefinita, precisata, approfondita da Jung.

L’inconscio collettivo, per Jung, è costituito sostanzialmente da informazioni universali, impersonali, innate, ereditarie che lui chiama archetipi. Di questi i più importanti sono: il «sé» (il risultato del processo di formazione dell’individuo), l’«ombra» (la parte istintiva e irrazionale contenente anche i pensieri repressi dalla coscienza), l’«anima» (la personalità femminile così come l’uomo se la rappresenta nel suo inconscio) e l’«animus» (la controparte maschile dell’anima nella donna). Particolarmente rilevante è l’ archetipo femminile che chiama anima o animus (nella sua controparte maschile).

Da un punto di vista psicodinamico Jung postula, poi, quattro funzioni fondamentali: pensiero, sentimento, sensazione e intuizione. Ciascuna di queste funzioni è variamente dominante in ogni individuo e ogni individuo si rapporta con l’archetipo femminile che risiede nel suo inconscio. Questa relazione ha, per Jung, un ruolo nell’equilibrio delle funzioni psicodinamiche. Le funzioni meno dominanti in un individuo vengono sommerse nell’attività dell’inconscio e assumono la forma di funzioni psicodinamiche della sua anima come se questa fosse in qualche misura separata e in grado di intrattenere una certa forma di dialogo interiore.

L’archetipo, conseguentemente, viene a essere un sorta di prototipo universale per le idee attraverso il quale l’individuo interpreta ciò che osserva e esperimenta. É, per Jung, l’immagine primaria (urtümliches bild) dell’inconscio collettivo.

Gli archetipi integrandosi con la coscienza, vengono rielaborati continuamente dalle società umane, si manifestano «contemporaneamente anche in veste di fantasie e spesso rivelano la loro presenza solo per mezzo di immagini simboliche», si rafforzano, si indeboliscono e possono anche morire. L’indebolirsi degli archetipi nell’epoca moderna ha reso, per Jung, possibile e utile la psicologia. La sopravvivenza degli archetipi, in epoca moderna, è legata anche agli esiti della comunicazione di massa. Un film di successo, un libro, una trasmissione televisiva molto seguita possono giocare un ruolo nel ravvivarli o indebolirli.

Per cui nella nostra parte “umbratile” potremmo raccogliere informazioni che sono in noi ma che se non fatte emergere rimarrebbero dormienti, creando un senso di insoddisfazione in quanto inespresse ma allo stesso tempo creanti dinamiche psicologico/animiche.

Il nostro scopo dovrà essere far emergere questo vivo concetto e trarne insegnamenti validi per la nostra piena crescita, mitigando il tagliente e rendendo tagliente lo smussato, proprio per creare quell’Unione degli Opposti necessario per una piena e completa rinascita…

Kuro Kumo Ryu Ninjutsu gemellata con la Shinobi Dokurotai Dôjô International Fuma Ryu

Per me è un grande onore ricevere questo Attestato di Gemellaggio, documento che non è solo un semplice pezzo di carta o un apprezzamento qualsiasi, ma la dimostrazione di assoluta fiducia nelle capacità tecniche e teoriche della nostra Scuola. Questo significa che la strada che è stata intrapresa porta nella giusta direzione del Cuore sormontato dalla Spada.

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Astrologia Giapponese

Lo zodiaco Giapponese deriva da quello cinese, a differenza della scadenza annuale, ovvero del giorno in cui si passa dal segno dell’anno precedente a quello dell’anno successivo: in Giappone questo avviene in corrispondenza di Capodanno, quindi il segno cambia in data 1 gennaio.
Il calendario lunare cinese risale al 2637 a.C. quando l’imperatore Huang Di introdusse il primo ciclo del suo Zodiaco. Alla base di questo sistema c’è un ciclo (detto Kanreki), durante il quale ciascuno dei 12 segni animali si combina con uno dei 5 elementi essenziali e primitivi, completandosi quindi in 12×5=60 anni.
Per le scorse generazioni, quando le aspettative di vita erano inferiori a quelle odierne, il compimento del quinto ciclo, e quindi dei 60 anni, era festeggiato indossando un abito o un cappello rosso. Questa è un’usanza derivante dalla Cina, dove il colore rosso è simbolo di buon auspicio, fortuna e felicità.
Si diceva, infatti, che fino ai 60 anni la vita è tutto un crescere, ma dopo questa età si torna al punto di origine, regredendo lentamente verso lo stato mentale di un infante: non è però motivo di vergogna, ma la semplice naturalità della vita, che compie i suoi cicli.
Al giorno d’oggi, l’usanza di celebrare il quinto ciclo è rimasta nel campo della tradizione e non viene più celebrata dalle moderne generazioni, poiché a 60 anni ci si sente ancora molto vigorosi.

12 Segni zodiacali

TOPO (ne) – 1948, 1960, 1972, 1984, 1996, 2008

Topo

E’ il primo segno dello Zodiaco cinese, sono dei leader, dei pionieri e dei conquistatori. Esercitano un forte fascino, sono passionali, carismatici, pratici e lavoratori. Le persone nate nell’anno del Topo sono dotati di grandi abilità di comando e sono i più altamente organizzati, meticolosi e sistematici dei dodici segni. Intelligenti e astuti allo stesso tempo, i topi sono molto ambiziosi e dotati di forte volontà, nonché acuti e inflessibili promotori della proprio modus vivendi, che spesso include soldi e potere. Sono energici e versatili, possono trovare il loro modo per aggirare gli ostacoli ed adattarsi alle varie situazioni ambientali molto semplicemente. Il fascino naturale di un Topo e l’acuto comportamento esteriore lo rendono un amico attraente per quasi chiunque, ma essi sono solitamente altamente esclusivi e selettivi, quando scelgono gli amici, e così spesso hanno solo pochi amici cari di cui si fidano. Dietro i sorrisi e il fascino, i topi possono essere terribilmente ostinati, insistendo nell’ottenere le cose a modo loro a qualunque costo. Queste persone tendono ad avere un immenso controllo sulle loro emozioni, che essi possono usare come strumento per manipolare e sfruttare gli altri, sia emotivamente che mentalmente. I topi sono maestri dei giochi della mente e possono essere davvero pericolosi, calcolatori e assolutamente crudeli, se si presenta la necessità. Intelligentemente moderati ed aggressivi, essi non ci penseranno due volte di esigere, da coloro che li danneggiano in un qualche modo, la vendetta. I topi hanno bisogno di imparare a rilassarsi qualche volta, poiché possono essere talvolta ossessionati dai dettagli, intolleranti e severi, richiedendo ordine, obbedienza e perfezione.

Una preziosa lezione per i Topi è imparare a considerare gli altri prima di se stessi, almeno qualche volta, ed evitare di convincere gli altri alle proprie idee. I Topi sono onesti nei rapporti con gli altri e si aspettano lo stesso: possono risentirsi profondamente se sentono di essere stati ingannati o che della loro verità si è abusato. Qualche volta essi pongono il loro obiettivo troppo al di là delle loro reali possibilità, sia nei rapporti personali che in quelli lavorativi. Ma con il passare del tempo, diventano più idealisti e tolleranti. Se possono trovare il senso di sé e realizzarsi, lasciando porte aperte per gli altri nella propria vita, i Topi possono trovare la vera felicità.

Secondo la tradizione, i Topi spesso portano forti karma e nello stesso momento nella loro vita possono incontrare una crisi d’identità o una sensazione di colpevolezza. I Topi lavorano a lungo e duramente per ciò che vorrebbero guadagnare o possedere nella vita. Comunque, un Topo nato durante il giorno si ritiene che abbia la vita un po’ più semplice di quelli nati durante la notte. Tradizionalmente, i Topi nati durante la notte possono trovare estreme difficoltà e sofferenza per tutta la vita. In generale, dovrebbero lottare contro l’edonismo e la nostalgia, giacché potrebbe portare all’autodistruzione. Il gioco d’azzardo, l’alcool e le droghe tendono ad essere grandi tentazioni per i nati durante l’anno del Topo. E’ consigliato per i Topi evitare i Cavalli. Possono anche spesso trovare i loro migliori amici e l’amore nella Scimmia, nel Drago e nel Toro.
Le professioni adatte ai Topi riguardano lo spionaggio, la psichiatria, la psicologia, la scrittura, la politica, la legge, l’ingegneria e la patologia.

BUE (o Toro o Bufalo) (ushi) – 1949, 1961, 1973, 1985, 1997, 2009

Bue

Il Bufalo è il segno della prosperità attraverso la forza d’animo e il duro lavoro. Questo potente segno ha le doti del capo, essendo piuttosto affidabile e possedendo un’innata abilità nell’ottenere grandi cose. È evidente che le persone di questo segno siano affidabili, calme e modeste. Come l’animale omonimo, il Bufalo è incredibilmente paziente, instancabile nel suo lavoro e capace di tollerare qualsiasi difficoltà senza lamentarsi. Hanno bisogno di pace e silenzio per pensare, e quando si convincono di qualcosa è difficile far cambiare loro idea. Un Bufalo ha una mente logica ed è estremamente sistematico in qualsiasi cosa faccia, anche senza immaginazione. Queste persone parlano poco ma sono molto intelligenti. Se necessario, sono articolate e eloquenti. Sono per lo più persone gentili, buone d’animo, logiche, positive, ricche di buon senso e con i piedi ben piantanti in terra. La sicurezza è la loro prima preoccupazione di vita e sono preparati a lavorare a lungo e duramente per creare un nido accogliente, confortevole e stabile per loro e per la loro famiglia. Determinati, cocciuti, individualisti, la maggior parte di essi sono individui molto intelligenti che non accettano di sentirsi dire cosa debbano fare. Il Bufalo lavora duramente, pazientemente e metodicamente, con intelligenza creativa e pensiero riflessivo. Queste persone amano aiutare gli altri. Dietro questo aspetto esteriore tenace, laborioso e abnegato, giace una mente attiva.
Il Bufalo non è stravagante e il pensiero di dipendere dalle carte di credito, o di essere in debito, lo rende nervoso. La possibilità di correre un serio rischio può causargli insonnia. I Bufali sono onesti e sinceri e l’idea di avere a che fare con un mondo competitivo li ripugna. Sono raramente attirati dalla prospettiva di guadagnare denaro. Queste persone sono sempre le benvenute grazie alla pazienza e all’onestà che le caratterizza. Hanno molti amici, che apprezzano la loro prudenza sulle novità, sebbene talvolta possano essere incoraggiati a provare qualcosa di nuovo.

Va ricordato che i Bufali sono socievoli e rilassati quando si sentono sicuri, ma occasionalmente una nuvola nera incombe su queste persone e si impegnano in decine di problemi per trovarne una soluzione.

TIGRE (tora) – 1950, 1962, 1974, 1986, 1998

Tigre

Secondo lo zodiaco cinese i nati sotto il segno della tigre sono persone dotate di una personalità magnetica, senso di autorità e indipendenza e di un grande fascino e carisma. Per contro sono indifferenti, un po’ freddi, orgogliosi e ambiziosi. Poco interessati ai valori del loro tempo, e decisamente insofferenti alle autorità, difendono ciò in cui credono in maniera risoluta, quasi testarda, perché sono sicuri di trovarsi dalla parte della ragione. Hanno un fascino quasi irresistibile perché hanno una forte componente di magnetismo e charme, inoltre, la loro aria autoritaria riesce perfino a infondere fiducia e sicurezza. Per questo le tigri possono servirsene facendo in modo che le persone sottostiano ai loro desideri. Sono molto energici, con una vitalità fuori del comune. Le femmine nate sotto questo segno sono temute come “particolarmente aggressive”. Chi nasce di notte è in genere più vivace di chi lo è di giorno.

CONIGLIO (o Lepre) (u) – 1951, 1963, 1975, 1987, 1999

Coniglio

Per tradizione si considera i nati nell’Anno del Coniglio ideali per affermarsi come diplomatici e politici. Nella cultura cinese, il Coniglio è aggraziato, colto, ben educato, di talento e ambizioso. Essi sono virtuosi, riservati e hanno un gusto eccezionale. I Conigli sono ammirati, degne di fiducia e sono spesso finanziariamente fortunati. Sebbene i Conigli vanno d’accordo con molte persone, essi sono considerati essere, di base, creature riservate e sono le sole veramente felici quando ricevono meriti in qualche attività scolastica o intellettuale. I Conigli sono considerati anche troppo sensibili per il mondo attorno a loro; essi non sono in grado di prosperare in ambienti competitivi e aggressivi e sono ansiosi quando altri li forzano a rischiare. Il loro mondo interiore è considerato troppo delicato per situazioni sconvolgenti e imprevedibili e tendono a creare una pacifica e confortevole atmosfera istintivamente. Secondo la tradizionale astrologia cinese, questa caratteristica li rende ospitali e persone attente, a cui interessa di quelli attorno a loro. Timidi e attraenti, i Conigli dello Zodiaco cinese tendono ad agire più come coniglietti, che a loro piaccia o meno! Il segno è estremamente popolare e ha una larga sfera di amicizie. La sua natura compassionevole lo porta ad essere molto protettivo verso coloro che ritengono cari, ma la loro sentimentalità può portarli ad idealizzare i rapporti. Il dolce, sensibile Coniglio spesso finisce con il dare più di se stesso al partner di quanto sia realistico e salutare. La buona notizia è che, quando il segno perde l’equilibrio sentimentale, il gruppo di amici e la sua stabile vita familiare lo aiutano a ridargli serenità.

Il Coniglio è un segno abbastanza delicato che ha bisogno di una solida base per prosperare. In mancanza di una famiglia e di un gruppo di amici vicino alle sue esigenze e che lo supporta, il Coniglio potrebbe esplodere in un pianto a dirotto al primo segno di conflitto. Gli sconvolgimenti emozionali nella vita di questo segno può persino condurre a malattia fisica, perciò essi tentano sempre di evitare la battaglia. I Conigli possono cadere anche in depressione e potrebbero sembrare bloccati in vita, spesso per mascherare la loro natura insicura. Essi tendono a muoversi attraverso le lezioni di vita completamente soli, con un movimento contemplativo; è uno spreco di tempo diventare matti davanti al sembrare disinteressato di questo segno di fronte ai suoi problemi.

Con il giusto compagno il Coniglio può instaurare un incredibilmente forte e protettivo legame con il proprio partner. Essi amano restare a casa ed essere sempre sicuri che la loro casa è confortante e ammobiliata con gusto. Ciò è che i Conigli necessitano di più è un più forte senso di autostima e la sicurezza che con esso arriva. La loro natura perspicace, accoppiata con un po’ di determinazione, aiuterà queste felici creature ad andare lontano. Il Coniglio medio enfatizza l’importanza dei piccoli dettagli, pone attenzione a tutto, dai colori, design e mobilia al cibo e alla conversazione. E solo quando essi sono sicuri che tutto è stato disposto come desiderato, questo segno si rilassa e comincia a divertirsi. I nati nell’anno del Coniglio spesso conducono uno stile di vita conservatore, dove uno dei più importanti punti è la sicurezza. Questa qualità ha delle conseguenze negative: optando per la sicurezza oltre il rischio, essi possono mancare buone opportunità. Queste persone non sono frivole o irresponsabili, quando essi veramente credano in qualcosa, sono serie, perseveranti e capaci.

Calmi come sono, non è facile provocare un Coniglio. Sono sentimentali e compassionevoli. Possono essere mosse nei rapporti da problemi personali che condividi con loro.

DRAGO (tatsu) – 1952, 1964, 1976, 1988, 2000

Drago

Il Drago è onnipotente, vistoso, attraente e pieno di forza e vitalità (non a caso il segno dell’Imperatore cinese o l’elemento maschile Yang, in quanto è il simbolo del potere e della ricchezza). È giusto dire che le persone nate nell’anno del Drago hanno un naturale carisma e sono sicuramente dotate di potenza e fortuna. È improbabile che passino inosservati ad una festa o ottengano il secondo posto in una competizione. Il Drago ha una mente attiva e mostra un forte interesse per il mondo che lo circonda. È una persona sicura di sé al punto da sapere come dare una buona impressione. Siccome sono più grandi della vita stessa, i Draghi fanno qualsiasi cosa su larga scala. Sono egoisticamente egocentrici e ambiziosi, al limite della megalomania. Non si fermano di fronte ad alcun ostacolo per ottenere ciò che desiderano. Una persona nata in questo anno indossa la corona del destino ed è capace di ottenere grossi risultati, se sa come sfruttare la sua straordinaria energia, l’intelligenza e il talento. Pur amando essere al centro dell’attenzione, queste persone hanno anche un aspetto coraggioso e caritatevole. Se un amico di un Drago si trova di fronte ad un problema, egli offrirà aiuto, e quando gli altri lasciano il campo di battaglia, il drago fa un passo avanti per risolvere il problema dell’autorità e della dignità. I Draghi richiedono che le azioni, per loro o per gli altri, siano efficienti e sono sorpresi quando gli altri non riescono ad occuparsi di un compito; sono così trasportati dal processo di azioni che non vedono le debolezze delle altre persone.

Impieghi ideali per i Draghi sono: re, ufficiale militare, politico, musicista, poeta, artista, ingegnere biologico e ambientale, operatore di borsa, atleta, direttore di compagnia, esploratore e avvocato.

Il Drago è molto compatibile con il Topo, la Scimmia, il Serpente e il Gallo.

SERPENTE (mi) – 1953, 1965, 1977, 1989, 2001

Serpente

Un individuo nato in questo periodo è il più saggio e il più affascinante tra tutti. Un Serpente potrebbe sfruttare le sue doti diplomatiche, potrebbe intraprendere la carriera di ristoratore o diventare un musicista di successo. Tali individui sono dei pensatori, ai quali piace vivere bene. Ai Serpenti piacciono i libri, la musica, i vestiti, il cibo raffinato e il vino; ma la loro passione per le cose più raffinate, la loro innata grazia ed eleganza li porta a evitare le frivolezze, le menti grette e le conversazioni inutili. Ai Serpenti piace comunicare e partecipare attivamente alle conversazioni; se però la conversazione divente ripetitiva, la loro concentrazione comincia a vacillare. È quasi impossibile fissare la loro attenzione su lunghe conversazioni incentrate su banali argomenti quotidiani, mentre preferiscono dilungarsi su argomenti e idee nuove e interessanti. I Serpenti hanno uno speciale talento che li porta a giudicare le situazioni nel modo corretto. Sono sempre attenti a nuove idee e possibilità su cosa fare e su come svolgere qualsiasi cosa, inseguendo il loro intento con grande persistenza. Il Serpente si trova a suo agio in qualsiasi situazione sociale. In astrologia cinese si pensa che i Serpenti siano sicuri di sé, intenti sempre ad ascoltare le opinioni degli altri, senza però necessariamente accettarle. Intelligenti ma ostinati, sembrano quasi propensi a mettersi in guai inutili.

Sebbene sia difficile per queste persone ascoltare consigli, essi sono pazienti e compassionevoli nei confronti degli altri quando c’è bisogno di dare una mano, e la loro abilità nel vedere i problemi sotto diversi punti di vista si dimostra molto utile. Di fronte a dilemmi, i Serpenti agiscono con velocità e convinzione, in quanto pensano intensamente a ciò che fanno e raramente perdono tempo o energia in progetti poco attuabili.

Il Serpente è fortemente compatibile con gli individui nati negli anni del Coniglio, del Gallo e del Drago, parzialmente con quelli del Topo, del Cane, della Capra e con gli altri Serpenti, e per nulla compatibile con quelli del Bufalo, del Cavallo, della Scimmia, della Tigre e del Maiale.

CAVALLO (uma) – 1954, 1966, 1978, 1990, 2002

Cavallo

Chi è nato quest’anno è allegro, benvoluto e sveglio. Ha un forte sex appeal, più che una grande bellezza. E’ terreno e affascinante, percettivo e loquace. La sua indole mutevole può renderlo, a volte, suscettibile, avventato e testardo. L’imprevedibile Cavallo s’innamora facilmente e si disamora con la stessa facilità. Molto spesso, il Cavallo abbandona presto la casa. Se no, il suo spirito indipendente lo induce a cominciare a lavorare o a intraprendere una carriera molto presto. Ha il cuore dell’ avventuriero, ma è famoso per la mente acuta e la capacità di destreggiarsi finanziariamente.
Sicuro di sé, vivace, energico, impetuoso e magari anche sfacciato, il Cavallo si veste in modo vistoso, ama i colori vivaci e i motivi sgargianti, e talvolta dà veramente nell’occhio. Il Cavallo ama l’attività fisica e mentale. Potete riconoscerlo facilmente dai movimenti rapidi ma eleganti, dai riflessi pronti e dal modo svelto di parlare. Reagisce in fretta e sa prendere decisioni sul momento. La sua mente lavora con straordinaria prontezza, e anche se scarseggia di stabilità e di perseveranza, vi rimedia con la mentalità aperta e flessibile.

Fondamentalmente è un non conformista. Il nativo di questo segno è spesso chiamato il playboy (o la playgirl) del ciclo. Gli piace il chiasso e ama trovarsi al centro dell’azione. t divertente, gli piace fare e ricevere complimenti, è abile negli affari come nell’amore. Il Cavallo, svelto e agile, valuta astutamente le situazioni e riesce a manovrare le persone e gli eventi. Dal punto di vista negativo, il Cavallo è impulsivo e ostinato. Ha un temperamento esplosivo, anche se dimentica presto i suoi scoppi di collera. Altri, tuttavia, non li trovano piacevoli, e non si riprendono altrettanto in fretta. Spesso questa caratteristica gli fa perdere rispetto e credibilità. Il nativo del Cavallo tende a metter fretta agli altri, e si irrita quando non agiscono con la sua prontezza e la sua efficienza. Pretende molto, ma è disposto a concedere poco, soprattutto quando è in gioco la sua preziosissima libertà. È. capace d’essere puerile e meschino nel soddisfare i suoi capricci. Spesso è smemorato, distratto, e portato a balzare a conclusioni affrettate. Il nativo del Cavallo vuole che tutto venga fatto a modo suo. Egocentrico per natura, vuole che la sua famiglia e il suo ambiente ruotino intorno a lui.

PECORA (o Capra) (hitsuji) – 1955, 1967, 1979, 1991, 2003

Pecora

E’ il segno più femminile dello zodiaco cinese. Il nativo dell’anno della Pecora è il buon samaritano del ciclo. E’ virtuoso, sincero, e facile a lasciarsi commuovere. Quasi sempre è mite, addirittura timido. Nel migliore dei casi ha spirito artistico e creativo; in quello peggiore, tende a lasciarsi sopraffare dai sentimenti, è pessimista e chiuso. Il nativo della Pecora è famoso per la sua bontà e la sua compassione. Sa perdonare facilmente ed è comprensivo nei confronti dei difetti altrui. Detesta i programmi rigorosi, e non sopporta né l’eccessiva disciplina né le critiche. Ama i bambini e gli animali, è vicino alla natura e affezionatissimo alla famiglia. Tende addirittura a soffocare con le sue premure materne l’oggetto del suo affetto. È. di umore variabile e gli è impossibile lavorare sotto pressione. Anche essere obiettivo gli è molto difficile.

L’aspetto esteriore della Pecora, modesto e tranquillo, ben nasconde la stia decisione interiore. Quando è minacciato, il nativo sa reagire con appassionata fermezza, anche se detesta combattere. Se viene trascinato in una discussione, preferisce imbronciarsi, piuttosto che dirvi in faccia ciò che lo sconvolge. I suoi silenzi e i suoi bronci ottengono probabilmente più di quanto otterrebbe una scenata collerica; e così finisce spesso per spuntarla. Da bambino, molto di frequente viene viziato da un genitore o da entrambi. I cinesi credono che la fortuna sorrida alla Pecora perché ha indole pura e buon cuore. Non lesina tempo e denaro per aiutare gli altri. Quando non sapete a chi rivolgervi e non avete denaro, potete star certi che il nativo della Pecora non vi respingerà. Avrà sempre le tre cose più importanti della vita: cibo, riparo e vestiario. Dovunque vada, incontrerà persone che lo aiuteranno. Un nato di questo segno di solito fa un buon matrimonio, ed è amato non soltanto dal coniuge ma anche dai parenti acquisiti. Si dice che un individuo della Pecora nato d’inverno avrà un’esistenza difficile perché in questa stagione l’erba manca e di solito le pecore vengono macellate.

SCIMMIA (saru) – 1956, 1968, 1980, 1992, 2004

Scimmia

Tra tutti gli animali del ciclo lunare, la Scimmia è quello che più somiglia all’Uomo (detto infatti la Scimmia Nuda). Quindi non c’è da sorprendersi se possiede quasi tutta l’intelligenza dell’uomo, oltre alla sua capacità d’ingannare. La Scimmia è il segno dell’inventore, dell’improvvisatore e del motivatore, nello zodiaco cinese: un ciarlatano capace di attrarre tutti a sé con la sua astuzia e il suo fascino inimitabili. È. il genio del ciclo, intelligente, flessibile e innovatore. Il nativo della Scimmia sa risolvere i problemi più complessi con molta disinvoltura e di solito impara in fretta. E’ capace di dominare qualunque situazione e spesso è un linguista eccellente. Un individuo nato durante quest’anno avrà successo in tutto ciò che decide di fare. Nessuna sfida sarà troppo grande per lui. Dal punto di vista negativo, il nativo della Scimmia ha un complesso di superiorità innato. Non ha abbastanza rispetto per gli altri. O meglio, dal suo punto di vista, ne ha troppo per se stesso. Può essere estremamente egoista e vanitoso. Ha anche una tendenza alla gelosia, che affiora ogni volta che qualcuno ottiene una promozione o qualcosa che lui non ha. E’ estremamente competitivo, ma sa nascondere bene i suoi sentimenti e pianificare abilmente mosse astute. Quando si tratta di dar la caccia al denaro, al successo o al potere, la Scimmia è impareggiabile. Con la sua versatilità innata, il nativo della Scimmia può riuscire bene come attore, scrittore, diplomatico, avvocato, sportivo, agente di cambio, insegnante, ecc… È immensamente socievole e riesce a mettere in luce gli aspetti migliori di tutti.

Ha il raro dono di rendersi simpatico anche dopo che vi ha imbrogliati. Nella personalità sfaccettata del nativo della Scimmia una qualità non manca mai, la fiducia in sé stesso, anche se può apparire timido e docile. Avrà cura di mostrare un buon comportamento, una scrupolosa cortesia e una calma dignità.

GALLO (tori) – 1957, 1969, 1981, 1993, 2005,

Gallo

Il Gallo è il don Chisciotte del ciclo cinese. E’ l’eroe intrepido che deve guardare per terra per sopravvivere; è il segno più eccentrico e frainteso di tutti. Esteriormente, è l’immagine dell’aggressività e della fiducia in se stesso, ma in fondo al cuore è conservatore e antiquato. Il nativo del Gallo, soprattutto l’uomo, sarà attraente o addirittura bellissimo. Il principesco volatile è radioso e fiero del suo bel piumaggio, e ha un portamento impeccabile. Non vedrete mai un Gallo svogliato: va in giro con solenne dignità. Anche il membro più timido della famiglia del Gallo avrà una figura linda ed elegante e si farà notare dovunque vada. Vi sono due diversi tipi di Gallo: quelli loquacissimi, e quelli solenni e osservatori, dagli occhi a raggi X. E’ difficile trattare con entrambi. Il Gallo ha molte qualità notevoli da annunciare con il suo canto. E’ acuto, lindo, preciso, organizzato, deciso, retto, sveglio e molto franco. Ma sa anche essere critico fino alla brutalità. Non chiedetegli mai la sua opinione sincera, può darsi che non riusciate mai a riprendervi dal trauma causato dai suoi commenti. Ama discutere e dibattere, per mostrare quanto è informato e intelligente, e qualche volta non ha riguardi per l’amor proprio degli altri. Ma quando qualcun altro arruffa le penne a lui, diventa insopportabile. Non è tagliato per la diplomazia. Le situazioni che richiedono tatto, delicatezza e discrezione gli rovinano lo stile. Lui ha l’abitudine di andare in giro cercando di convertire tutti al suo modo di pensare, con lo zelo di un missionario.

Il Gallo, è un tipo vistoso, risplende quando è al centro dell’attenzione. Ha una personalità imponente, e potrebbe intraprendere una carriera che lo porta sotto gli occhi del pubblico. Allegro, spiritoso e divertente, il magnifico Gallo non si lascia mai sfuggire l’occasione di raccontare le sue avventure e di enumerare le sue prodezze. Sa esprimersi benissimo, con l’eloquio e per iscritto. Dovete ammettere che è ben versato e preparato su ogni argomento che discute. Se avete intenzione di sfidarlo su una questione controversa, siate pronti a una lotta dura e prolungata. il Gallo ha una resistenza straordinaria, sa il fatto suo ed è capace di sfinirvi.

CANE (inu) – 1958, 1970, 1982, 1994, 2006

Cane

Può essere il segno più simpatico dell’intero ciclo cinese. Un individuo nato nell’anno del Cane è onesto, intelligente e sincero. Ha un profondo senso di lealtà, passione per la giustizia e l’imparzialità. Un nativo del Cane di solito è vivace e attraente e irradia sex appeal. Generalmente amabile e poco pretenzioso, saprà andare d’accordo con gli altri perché non è troppo esigente. L’egualitario Cane ama andare incontro agli altri, è sempre disposto ad ascoltare la voce della ragione e a fare la sua parte. Se avete un onesto Cane per amico, sappiate che quando siete nei guai non dovete far altro che chiamarlo. Infatti, anche se protesta, rimprovera o si finge indifferente, il nativo del Cane non può ignorare un’invocazione d’aiuto. A volte, protegge gli interessi altrui più dei propri. Se c’è qualcuno che vi tirerà fuori dai guai dieci volte su dieci, deve essere un Cane.

Il nativo del Cane a volte rimane attaccato all’oggetto del suo affetto anche se non lo merita. Non vedrete mai un Cane che se ne va di casa solo perché ha scoperto che il suo padrone ha i proverbiali piedi d’argilla. Tiene conto della fragilità umana e resta fedele comunque. E se se ne va, non biasimatelo: deve essere una casa veramente insopportabile, perché il Cane non diserta facilmente. Come la sua amica egualmente umanitaria, la Tigre, raramente il Cane se la prende personalmente con qualcuno. Vi rimbrotterà per un gesto o una colpa specifica senza odiarvi completamente o per sempre. La sua collera è passeggera. Può arrivare all’improvviso e sparire con la stessa rapidità. Ma sarà una collera giustificabile… senza malizia, senza rancore e senza gelosia. Alla fine, dopo le debite riparazioni, il Cane è capace di seppellire l’ascia di guerra. Non tutti i Cani vanno in cerca di zuffe. Sarebbe più giusto dire che il nativo del Cane è un osservatore attento e aperto, che mira a salvare le finalità sociali e a difendere gli interessi di tutti.

CINGHIALE (o Maiale) (i) – 1959, 1971, 1983, 1995, 2007

Maiale

E’ il segno dell’onestà, della semplicità e della grande forza d’animo. Coraggioso, solido e premuroso, un individuo nato quest’anno s’impegna nel suo compito con tutte le forze e potete star certi che andrà fino in fondo. Esteriormente potrà apparire rozzo e gioviale, ma grattate la superficie e troverete l’oro puro. Il Cinghiale è uno degli individui più naturali che vi possa capitare di conoscere. E’ il tipo per bene per eccellenza, e non vi sferrerà mai un colpo basso. E’ benvoluto e apprezzato perché, come la Pecora e il Coniglio, cerca l’armonia universale. Senza dubbio avrà divergenze e litigi con gli altri, ma non serba rancore, a meno che non gli si lasci scelta. Non ama aggiungere olio sul fuoco in uno scontro, e di solito non rimugina sul passato. Il clemente Cinghiale sarà sempre pronto a fare il primo passo e a stabilire buoni rapporti con gli altri. Se non ci riesce, non sarà certo per cattiva volontà da parte sua. Ha il dono di una grande pazienza. Sa lavorare con costanza su una cosa alla volta e può diventare un insegnante eccellente e scrupoloso. Tuttavia, è altrettanto famoso per la passione con cui va in cerca di piaceri e, quando i suoi tratti negativi sono in risalto, può essere addirittura un depravato.

Il leale e premuroso Cinghiale stringerà amicizie durature e benefiche. Ama ogni genere di raduni, adora organizzare feste o parteciparvi, aderire a circoli e associazioni d’ogni genere. Organizzatore tranquillo, odia le discussioni e i litigi, ed è capace di far armonizzare persone dei tipi più diversi. La sua credibilità e la sua sincerità sono le sue doti più preziose. Tuttavia, può essere troppo affabile e condiscendente, a volte, e inoltre si aspetta che gli altri tollerino le sue debolezze. Il Cinghiale non vi abbaglierà come il Drago e non vi stregherà come la Scimmia o la Tigre, non vi ipnotizzerà come il Serpente. Ma vi affezionerete a lui fino a non poterne più fare a meno. Il sollecito Cinghiale è sinonimo di diligenza e di fulgida cavalleria all’antica. E’ pronto ad addossarsi i fardelli altrui; non si ribellerà se dovrà restare sullo sfondo o reggere tutto il peso con la sua forza incredibile.

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Il Flos Florum

Incomincia il libro chiamato Fiore de fiori di Giovanni di Vasconia sopra la Pietra de philosophi
et la prattica sua.

Viddi un vecchio di mirabil clarità splendente, tenere in mano un libro serrato con sette sigilli sigillato, nel quale, et per il quale, si fa il lapis. Et levando gli occhi viddi il libro di poste d’argento e foglie d’oro coperto, et in capo di questo libro vi era un anello sferico, aureo, coperto d’argento, nella cui circonferenza eravi tal scrittura: Spirito, Anima et Corpo . Dal quale anello procedevano sette sigillate catene, così d’argento, come di oro, et circondavano tutto il libro, et con aspetto retrogrado devolvente il libro, rivolgevansi, et ritornavano tutte al detto anello.
Interrogai il vecchio qual che questo significasse .
Rispose il vecchio, e dissemi che l’anello sferico aureo coperto d’argento, era la pietra, la quale nel suo profondo è aurea et masculina, e nel manifesto è argentea, et feminina, et quantunque sia divisa in parti, nondimeno sempre è ferma.
Le sette catene circondanti il libro sono le sette operazioni, le quali circondano tutto il magisterio, e lo perfiino.
Un’altra volta interrogai il vecchio, che cosa volesse significare la scrittura dell’anello; mi rispose e disse quella esser mirabile, perché in verità comprende e contiene tutto il segreto della philosophia.
Il spirito significa il Mercurio, il quale sottilmente entrando nel corpo per minima, lo assottiglia, e li trahe l’anima, e lo porta seco sopra in aere, e lassalo in tal dispositioni che diventa in natura di 5a essenza, et semplice. Dipoi, la qual semplice riduttione infonde l’anima nel corpo, et esso lo abbraccia, et rallegrasi con essa, et essa anima si rallegra con il corpo, et lo rivivifica, et lo risuscita et poi perpetuamente vive e questa è la pietra dè philosophi, la quale devi occultare.
L’Anima è il solfore non urente, il quale congela il  in corpo  over soccorrendo in luoco della natura. Il quale [solfore] si estrae da esso corpo, et questa è l’anima mediatrice fra il corpo et il spirito, et è quella che li congiunge e lega inseparabilmente, perché il spirito non si può unire con il corpo, se non per l’anima, la quale è tintura, et oro de Philosophi, perché senza essa non si può compire né perfiere cosa alcuna. Et però nota che il nostro solfore non è solfore del volgo, il quale è grasso, combustivo, destruttivo d’ogni cosa, perché le corrompe e dissipa, et le fa imperfette, ma il solfore de philosophi ammigliora, e riduce a perfettione.
Il corpo dinota l’oro, overo l’argento inanimato, nel qual prima era l’anima come forma del suo sogetto, e questo si dice dopo che l’anima è separata dal corpo, et che esso corpo sta morto insino a tanto che per ingressione dell’anima esso corpo un’altra volta sia perfetto. All’hora il corpo è detto esser vivo, et risuscitato, et immortale, et questa è la dichiaratione dell’anello, della quale siamo contenti.
Viddi poi nella prima parte della catena aurea un sigillo di lettere argentee, che diceva ponimi nel caldo, et humido, et di quelli pascemi, perché son debile. Interrogato il vecchio, sopra di questo disse: – questa scrittura, figliuolo, dinota la prima chiave, cioè operatione , la quale è detta digestione, et putrefattione, la quale si fa per ministerio del suo tempo nel fuoco caldo et humido. Perché sicome un moto non si può convertire in un altro moto, se non per la sua digestione, così il lapis nostro non si può convertire in semplice, né l’anima da spirito può esser tratta dal corpo, se non mediante la sua digestione, perché quanto più una cosa s’appropinqua al semplice, tanto più è perfetta. Et però sappi che se non sarà putrida, non potrà pervenire al secreto.
Viddi poi la seconda catena, la quale era in principio argentea et infine aurea, et in la parte argentea era un sigillo con tal scrittura che diceva: – leggermente digesto son animato, et però essaltami, et levami dalle cose più gravi.
Dimandai al vecchio questo, il qual mi rispose: – sappi figliuolo che questa è la seconda operatione della pietra, la quale è detta distillatione, et la prima parte della catena argentea dinota che quel che prima distilla è il spirito, cioè argento vivo animato, et è tintura bianca. E la seconda parte della catena, la quale è aurea, dinota che quel che distilla la seconda et terza volta è oglio tinto, et è tintura rossa, la quale si è oleo de philosophi, et questa è la seconda chiave della filosofia.
La terza catena aurea havea un sigillo di lettere argentee, che diceva: separa il tinto dal tinto. Et questo, dice il vecchio, significa la separattione dell’aere dal fuoco, recevendo l’aere da per se essaltandolo più volte nel fuoco humido, et questa è la terza parte dell’opera.
La quarta catena argentea havea un sigillo che diceva essaltami, separa, sublimami, acciò possa esser ridutto all’esser semplice. Dice il vecchio: questo dinota la essaltazione del spirito inanimato esser per sé sola, et questa è la quarta operatione, et chiave dell’arte.
La quinta catena era così argentea come aurea, ma negra in superficie, et il suo sigillo diceva: ho sete, dammi da bere, fammi bianco.
Interrogato il vecchio di questo, così disse: Questo è un gran secreto, et questo si è il corpo morto inanimato, et calcinato, il qual dimanda esser imbeverato et albificato con una parte del spirito animato, acciò che mediante la dispositione del spirito animato possa più presto pervenire alla sua semplicissima della quinta essenza, et questa è la quinta chiave dell’opera.
La sesta catena era così argentea come aurea, et il sigillo così diceva: noi siamo vedovi, et orfani, et lontani di casa propria per riduttione ad essa casa propria, accio che il corpo amicabilmente m’abbracci.
La settima et ultima catena era così argentea come aurea, la quale sigillava ogni cosa, et havea il suo sigillo di lettere auree et argentee che dicevano: fà leggermente, con foco amicabile, che niuna violenza non ci possa separare.
Disse il vecchio: questo significa l’ultima intentione, et perfettione, cioè fare il fisso soluto, et il soluto fisso, et questa è la settima et ultima, et chiave della pietra dè filosofi.
All’hora mi venne desiderio di vedere il libro aperto, la qual cosa disse il vecchio (dissi al vecchio): io ti coniuro per lo Dio del Cielo che per tua benignità mi apri il libro, et mi reveli quelli segreti che dentro vi sono fatti, et scritti.
Disse il vecchio: – Sappi figliuolo che li sapienti hanno posto nell’opera molte cose, et molti modi di operare come dissolvere, congelare et fissare, et molti vasi et pesi, et questo han fatto per accecare gli ignoranti, e dichiarar agli intelligenti. Et nota che li filosofi hanno manifestata l’opera sotto brevi parole non proprie, ma metafisiche, et benchè abbiano aggiunte molte altre parole han fatto questo per non essere intesi se non dalli sapienti.
Li philosophi han detto che la pietra è una cosa la quale è composta di 4 nature, le quali nature sono terra, acqua, aere et fuoco, la qual pietra in similitudine, et in tutto è pietra, ma non in natura, et si chiama pietra perché si rompe. Non è pietra perché si fonde, et si chiama ancora lapis, over composito, perché è una materia composta di corpo et spirito dalla natura, et quando è fatta per la diritta via è quello che cerca.   Nel qual lapis non ci è dentro cosa superflua, né cosa alcuna che li manchi, anzi tutte le cose che sono in detta pietra ci sono necessarie, et non hanno bisogno di niuna altra cosa del mondo. Over composito e d’una radice, over natura, è detta una cosa, cioè una materia composita, la quale in la decottione ha diversi colori, inanzi che sia fatto lapis bianco perfetto.
Et nota che quanto più il detto lapis sta nel fuoco, tanto più se gli accresce la virtù, e bontภcosa che non accade nell’altre cose, perché tutte le altre cose nel fuoco s’abbruciano, et perdono l’humido radicale. Ma il detto lapis tutto solo nel fuoco sempre migliora, et cresce la sua bontà, e virtù. Perché il fuoco et il nutrimento di detto lapis è questo, come delli evidenti segni che possa essere a cognoscere detta pietra, il che intende bene: nota dunque, figliuolo che questo lapis [ ? ] composito, si divide nell’opera in due parti, cioè in due cose , perché una è corporale, et l’altra è spirituale, et uno esce dall’altro et è unita, et uno si regge con l’altro, et uno migliora l’altro et uno vince et ammazza l’altro, et però li filosofi fanno nominato uno mascolo, et l’altro femina. Et nota che quando li filosofi dissero et nominarono l’argento vivo con lo corpo della magnesia, non intesero che l’argento vivo era humidità di detta pietra, et che la magnesia non è quella che volgarmente si dice. Ma per la magnesia intesero tutto il composito nel quale è la detta humidità, che è l’argento vivo, così da li filosofi chiamato. La quale humidità non è come l’altre humidità, perché questa humidità corre nel fuoco, et nel proprio fuoco tutto il composito si solve et congela, si denigra et dealba, et finalmente si rubifica et compesasi. Et nota che nell’opera non si mettino cose diverse, ma una sola tantum. Né vi è bisogno di niuna trituratione di mano, né ancora cosa niuna si deve mettere con la detta pietra, et nota che la terra bianca si chiama pietra bianca perfetta, et così ancora la terra rossa si chiama terra rossa perfetta. La qual terra bianca della detta opera, senza adduttione d’altra cosa che sia, ma per reggimento del fuoco, si converte con rubedine; ma l’acqua, overo humidità di detta pietra si chiama argento vivo, come è detto di sopra.
Et nota che l’acqua, overo humidità predetta, mentre che esce dal detto composito, over pietra, lassa tutto il composito in fondo del vaso in nigredine. Et così continuando il fuoco, detta nigredine, nella quale sta detta humidità, si converte in vari colori, et poi con albedine et finalmente in rubedine. La qual humidità ancor si chiama aere, il qual aere, over humidità, si mescola con la detta sua terra, et con li altri elementi, che stando in la detta pietra finché si fanno una cosa. La qual humidità benché sia poca, nientedimeno è sufficiente a nutrire tutta la pietra, dalla quale procede et esce detta humidità.
Et nota che in questo composto, over pietra, ci è sole et luna in virtù e potenza, et ancora in natura, perché se questo non ci fossero in detto composito con esso, non si potrebbe fare sole, né luna. Et non dimeno il sole et la luna, in esso composito essistenti, non sono come sole et luna volgari, perché il sole et la luna essistenti in detto composito sono di maggior potenza et virtù, et sono assai più megliori che li volgari. Perché il sole et la luna di detto composito sono vivi, et verdi, e quelli del vulgo sono morti a rispetto di esso sole luna essistenti in detto composito, o pietra. Et [per] questo gli filosofi hanno chiamato il detto lapis sole et luna, perché in esso composito ci sono dentro in virtù et potenza, et non visibilmente.
Et nota che la detta pietra, over composito, è una cosa solamente, e di una natura, et in esso ci è tutto quello che gli è necessario, et in esso ci è tutto quello che lo migliora e tutto quello che lo riduce a complemento, come è detto di sopra, et senza altra cosa. Et nota che questo composito non ha dibisogno di alcun animato, over vegetativo, ma è una natura monda e chiara che si trahe dalle sue proprie miniere naturali, la quale si trasmuta con il reggimento del fuoco et si putrefà e divien negra, e bianca et rossa et mostra molti altri colori.
Et nota che la humidità predetta, che è chiamata argento vivo, è la corruttione di essa pietra, perché la fa nigrescere, poi dealbare, et finalmente rubificare come è detto di sopra.
Et nota che li filosofi han detto che sia convertita l’acqua in aere, il che s’intende che la detta acqua sia congelata, et, ritornata, sia ridotta nel corpo ch’era prima, et che il corpo tanto stia nel reggimento del fuoco, che si converti in corpo sottile, et si riduche in albedine perfetta. All’hora etiam è chiamato da alcuni aere.
Ma quando dicono sia convertito l’aere in fuoco, intendono che il detto composito ridotto in albedine, chiamato aere, tanto stia nel foco più forte che diventi rosso, et all’hora si chiama fuoco, over sole. Et nota che tutta l’acqua si fa solamente d’un composito solo, come è detto di sopra, e non d’altro, il qual composito si deve reggere con fuoco lento con le sue materie, finché si meschiano insieme in uno, et questo si fa nel primo reggimento del fuoco, perché in questo sta tutto il diffetto, et pericolo, e quando è così ben fatto non ci può mancare dipoi cosa alcuna, né può havere alcuno diffetto.
Et nota che la purificatione et estrattione delle parti spirituali del corpo si deveno fare con fuoco mediocre tra il lento et il forte, finché il spirito si separa dal suo corpo, et scenda sopra la sua terra, et quando il spirito sarà asceso in alto sopra il suo corpo à modo di nuvole negre che ascéde sopra la sua terra, et rimarrà nel fondo del vaso il corpo morto senza restare in quello nullo spirito, et il segno di questo si è cenere, del quale se ne metterai sopra il foco, che non si fondi né che fumighi , già sarà compito quanto à questo passo. Et mentre che serà così, riduci esso spirito sopra esso corpo, dal quale era uscito, il qual spirito è simile alle nuvole negre che portano l’acqua; nientedimeno questo spirito si chiama acquavita, per la quale si sostenta questo corpo, et con l’acqua mera.
E dopo la morte si rivivifica.
Et nota che in detto composito ci è tutto quello che mortifica, et vivifica detto composito, et con esso medesimo vi è tutto quello che fa negro, dealba et rubifica senza adiutiorio d’altra cosa estranea.
Et nota che il fuoco in principio dell’opera deve esser lento, poi mediocre, poi cioè alla terza volta forte, a poco a poco a poco augumentando detto fuoco, sino a tanto che la pietra sia bianca, et al fine diventi rossa. Et all’hora si fa proiettione di essa sopra ogni metallo, et corpo imperfetto, et ancora sopra lo argento vivo, e tutti li riduce in perfettissimo oro, con l’aiuto di Dio onnipotente, il quale sarà sempre benedetto et laudato.

Gratia Deo et Maria Virgini semper, Amen !

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La Scuola Kuro Kumo Ryu Ninjutsu membro della Bugeiko Inzando Ryu

E’ con grande onore che ho appreso da Kyushi Federico F. Dinatale (ed accetto molto volentieri) l’inserimento della nostra Scuola Kuro Kumo Ryu Ninjutsu tra i membri della Bugeiko ryu, sono inoltre molto onorato e molto felice di poter collaborare con Yudansha Giorgio Barbagallo della Fukurou Ninja Dôjô Rappresentante della Fuma Ryu Ninjutsu, di cui riconosco le doti di lealtà, amicizia e vera fratellanza.

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Hachi Kinran

La tecnica dell’ Hachi Kinran (Otto Broccati d’Oro) o Ba Duan Jin è una delle tecniche utilizzate dalla Kuro Kumo Ryu Ninjutsu per riequilibrare il flusso del Ki (Chi), e fa parte della disciplina che prende il nome di Kikô (termine giapponese che traduce dal cinese Qi Gong).

Sono tecniche statico dinamiche molto antiche, si ritiene che questa serie di esercizi sia databile almeno nell’Epoca della Dinastia dei Song Meridionali (1127-1279) visto che se ne ritrova una registrazione nei vari testi risalenti a quella data, compreso il “Canone Taoista”. Risulta noto dai varii documenti, che alla fine di quella Dinastia fosse già diffuso, tanto che un’opera pubblicata nella metà del dodicesimo secolo, cmprende un intero capitolo intitolato proprio “Ba Duan Jin”.

Nel corso della sua maggiore diffusione la tecnica del “Ba Duan Jin”, si differenziò nelle due Scuole del Nord e del Sud. La Scuola del Nord, chiamata anche “Yue Fei”, dal nome del capostipite, è caratterizzata da una maggiore difficoltà e complessità nella pratica, basata sulla “Forza dell’Acciaio”. Negli esercizi viene molto usata la posizione del Cavaliere (Mapu). Per questo motivo il “Ba Duan Jin” al nord venne chiamato “Wu Ba Duan” (Gli Otto Broccati del Soldato).

La Scuola del Sud, Risalente secondo la tradizione a Liao Shichang, il grado di difficoltà non è alto, la pratica è basata sulla “morbidezza e flessibilità”. Negli esercizi la posizione è rilassata, perciò al Sud il “Ba Duan Jin” è anche chiamato “Wen Ba Duan”, ossia “Gli Otto Broccati del Letterato” (o dello Scrivano).

Le definizione di “Broccati” venne creata per indicare una tecnica composta da otto diversi esercizi (Toki), paragonati a “Fili di Seta”, che intessuti insieme danno vita ad una forma composita, come, appunto, ad un Broccato, che essendo una stoffa preziosa, va ad enfatizzare la “preziosità” degli stessi in termini di salute per chi li esegue.

 

Elenco degli Otto Toki:

 

1 – Nome Antico: Solleva i palmi delle mani per curare il Triplice Riscaldatore

Nome Moderno: Le due mani sostengono il cielo regolando il Triplice Riscaldatore

2 – Nome Antico: Verso sinistra il fegato, verso destra il polmone, posizionati come per lanciare un

dardo

Nome Moderno: Aprire l’arco a sinistra e a destra per mirare al bersaglio

3 – Nome Antico: Est e Ovest si sostengono indipendentemente, così agisci per milza e stomaco

Nome Moderno: Armonizzare milza e stomaco con lo stiramento singolo

4 – Nome Antico: Girati rispettivamente dalle due parti, così da riequilibrare i tuoi sforzi e le tue

ferite

Nome moderno: I Cinque sforzi e le Sette ferite guardano indietro

5 – Nome Antico: Ondeggia da capo a coda per rimouovere le malattie del Cuore

Nome moderno: Girare la testa e ondeggiare la coda per rimuovere il “Fuoco del Cuore”

6 –  Nome Antico: Afferra i piedi con le due mani per curare il tuo bacino

Nome moderno: Le due mani afferrano i piedi stirando reni e bacino

7 – Nome Antico: Grandi e piccoli fino al cielo per attraversare i propri cinque organi

Nome Moderno: Pugni stretti e sguardo feroce aumentano la forza fisica

8 –  Nome Antico: Ingoia la saliva, rafforza il Qi e fa che entrambe le mani saltellino libere

Nome moderno: Con la schiena ciondolare saltellando per eliminare tutte le malattie.

Il Rito Egizio di Misraim e Memphis

 

 

BREVE STORIA 

L’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis è il frutto della fusione intima tra il Rito di Misraïm, o d’Egitto, risorto a Venezia nel 1801 grazie a Philalete Abraham, e rapidamente diffuso in Italia ed in Francia, ed il Rito di Memphis o Orientale fondato da Etienne Marconis nel 1839 a Parigi.
Negli archivi del Sovrano Gran Santuario Adriatico sono conservati, tra gli altri documenti, tre pergamene che ripercorrono per quanto possibile le origini e le ramificazioni dei due Riti nonché la loro fusione avvenuta grazie all’Eminente Fratello Marco Egidio Allegri, che nel 1923 divenne Gran Conservatore a vita del Rito di Memphis di Palermo, posto successivamente in sonno nel 1925, e nel 1925 divenne Potenza Suprema del Rito di Misraïm di Venezia.
Le informazioni sui due Riti sono un po’ frammentarie a causa delle vicissitudini storiche subite. Entrambi, e soprattutto il Rito di Misraïm, hanno incontrato opposizioni nel corso dei tempi da parte del potere politico e delle altre obbedienze massoniche che, compenetrate dalla ventata di libertà e di democrazia portata dalla Rivoluzione Francese, mal sopportavano un rito che si dichiarava aristocratico.
Sensibilmente pregiudizievole fu la persecuzione sistematica condotta nel secolo scorso dal governo austriaco in Lombardia e nel Veneto e dagli altri governi nei diversi piccoli stati della penisola, dalla Chiesa in generale e, nel nostro secolo, dal regime fascista; altrettanto pregiudizievole fu la lotta condotta dai diversi Grandi Orienti, che hanno cercato in tutti i modi di assorbire il Rito di Misraïm. Nonostante tutto, i documenti più importanti sono stati conservati e trasmessi fino ai nostri giorni.
Da questa breve sintesi si rileva che l’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis risulta da una unione del Rito di Misraïm con il Rito di Memphis.
Prima di procedere nella storia dei due Riti uniti, che parte dal 5941, Era di Misraïm (A.D. 1945), sarà bene accennare alle vicende del Rito di Misraïm ed a quelle del Rito di Memphis fino alla detta data.

 Vicende del Rito di Misraïm – Ramo Venezia
C’è in commercio un libro molto interessante dal punto di vista storico (Ed. ATANOR – Autore G. Ventura – dal titolo: “I Riti Massonici di Misraïm e Memphis”).

Nella prefazione di tale libro, l’autore dice che sui Riti di Misraïm e Memphis hanno scritto, sempre superficialmente e quasi sempre altrettanto brevemente, un gran numero di scrittori massonici e antimassonici, senza mai poterli presentare, sia per la scarsità della documentazione esistente, sia per la difficoltà di reperirla e, ancor più, di ottenere l’autorizzazione a pubblicarla, sia, ancora, per altre ragioni che si possono imputare alla riservatezza a cui questi due Riti si sono sempre attenuti anche in conseguenza delle persecuzioni e spesso delle calunnie alle quali furono, e sono in parte ancora oggi sottoposti, da parte di organizzazioni massoniche più potenti (dal punto di vista del numero) e di tendenze radicali e materialiste.
Il Ventura, che essendo all’epoca in cui il libro è stato scritto il Sovrano Grande Jerophante Generale dell’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis – Sovrano Gran Santuario Adriatico ed ha così potuto liberamente consultare tutto l’archivio di questo Rito, ci dice che non è possibile stabilire la data di nascita del Rito di Misraïm ma che vi sono notizie della sua esistenza almeno dai primi anni del XVIII° secolo.
Il Rito di Misraïm, ramo veneto, appare a Venezia nel 1801 ad opera del Filalete Abraham (il barone Tassoni di Modena?) e, dopo alterne vicende, si assonna per riapparire nel 1848 con la proclamazione della Repubblica Veneta, ma si sarebbe quasi subito assonnato per riapparire nel 1865, restando in attività fino al 6 aprile 1867. Il 20 aprile 1867, la Suprema Potenza del Rito, riunitasi a Venezia, promulgava il seguente documento, conservato nell’archivio del Sovrano Gran Santuario Adriatico:

 

Gloria a l’Onnipotente
E M E T
Rispetto all’Ordine
SUPREMA POTENZA
 

Dall’Oriente del Supremo Gran Consiglio Generale dei Sovrani Gran Maestri Assoluti dell’Ordine di Misraïm e delle sue quattro serie, 90° e ultimo grado, sedente nella Valle della Laguna Veneta sotto il punto fisso della Stella polare a 45° 26’02’ N. 12° 20’33’ E., il 20° giorno del IV mese dell’anno V.L. 5863.

a tutti i massoni regolari
SALUTO su tutti i punti del triangolo

 

Vi rendiamo noto che il Supremo Gran Consiglio Generale del 90° e ultimo grado del Rito di Misraïm, Potenza Suprema per l’Italia e Universale, ha deciso nella sua assemblea generale e straordinaria del 19° giorno del IV mese dell’anno V.L. 5863 (A.D. 1867) di porre in sonno, in Italia, il Rito nelle sue 4 serie e nelle sole prime 16 Classi e 86 gradi, e ciò fino a quando il risveglio di dette Classi e gradi sarà ritenuto necessario o opportuno dalla Suprema Potenza e, per essa, dal suo Supremo Gran Conservatore. È per questo costituito un triangolo di tre Gran Conservatori nelle persone dei sublimi fratelli Giuseppe Darresio 90°, Antonio Zecchin 90° e Luigi Della Migna 90°, affinché provvedano, quando sarà il momento opportuno, a passare i supremi poteri conservatori dell’Ordine e del Rito a quel fratello che riterranno più degno perciossiacosaché la continuità della trasmissione dei poteri sia mantenuta AB AETERNUM. In virtù di queste decisioni il Supremo Gran Consiglio dei Sovrani Gran Maestri Assoluti del 90° e ultimo grado del Rito di Misraïm (seu Aegypti) dà ai predetti Ill.mi e Pot.mi fratelli Giuseppe Darresio, Antonio Zecchin e Luigi della Migna i pieni poteri per la nomina del Supremo Gran Conservatore dell’Ordine e del Rito.

Dato nella Valle della Laguna Veneta il XX giorno del IV mese dell’Anno 5863 di Misraïm.

Il Supremo Gran Conservatore
– Giovanni Pallesi d’Altamura 33.66.90
– Giuseppe Darresio 33.66.90 Locus
– Antonio Zecchin 33.66.90 sigilli (in ceralacca)
– Luigi della Migna M.T. 33.66.90

Il documento porta sul suo retro le firme dei Supremi Gran Conservatori succedutisi negli anni che vanno dal 1867 a tutt’oggi.
Con atto che si riporta di seguito, il primo giorno del mese di Phemenot dell’anno di Vera Luce 5941, l’allora Supremo Gran Conservatore Marco Egidio Allegri 90° procedeva al risveglio: ‘Nell’anno 1867 di Era volgare l’Ordine del Tempio, lingua italica, ponendo in sonno la Suprema Potenza del Rito Egiziano sedente a Venezia, costituiva i tre Gran Conservatori del Rito stesso nelle persone dei Sublimi fratelli Giuseppe Darresio 90°, Antonio Zecchin 90° e Luigi della Migna 90°. Da questi i poteri erano passati al Pot.mo Supr. Gran Conservatore Alberto Francis 90° il quale, a sua volta, li passava al Sub. Luigi BO’.. 90°. Da questi i poteri erano passati al Pot.mo Marco Egidio Al’.. promosso a vista Gran Conservatore 90°.
In conformità a tali prerogative, avvalendosi dei poteri di cui agli articoli 14 e 15 degli Statuti (Titolo III, Sezione 1), il primo giorno del mese di Phemenot dell’anno di V.L. 5941 Noi Marco Egidio Allegri 33° del Rito Scozzese, 33.95 del Rito di Memphis, Gran Maestro a vita dell’Ordine di Misraïm e Supremo suo Gran Conservatore, abbiamo deciso il suo risveglio e l’erezione del Sovrano Consiglio Generale del 90° e ultimo grado, Potenza Suprema dell’Ordine e del Rito, stabilendone l’unione al Rito di Memphis e chiamando i seguenti Chiarissimi e distinti fratelli a farne parte:… (seguono i nomi di undici persone)».

 Vicende del Rito di Memphis in Egitto e a Palermo
• 1839 – Il Rito di Memphis appare a Parigi a cura del Grande JerophanteEtienne Marconis de Negre in 92 gradi.
• 1856 – Costituzione ad Alessandria di un Sublime Consiglio dell’Ordine sotto la denominazione di Grande Oriente d’Egitto. La Carta stabilita da Marconis dà tutti i poteri per costituire un Sovr\Sant\. Il Gran Maestro ne è il marchese Joseph de Beauregard.
• 1862 – Il Il Rito é assorbito dal Grande Oriente di Francia, che riduce i gradi fino a 33.
• 1867 – Creazione, in piena legittimità, sotto la Grande Maestria del Principe Halim Pascià di un Sovr\Sant\ e Supremo Governo dell’Ordine di Memphis. Il Sovr\Sant\ francese si era dissolto.
• 1868 – Morte di Marconis.
• 1869 – Messa in sonno del Rito in Egitto dopo la condanna all’esilio del Gran Maestro.
• 1870 – Risveglio del G\O\ d’Egitto da parte di S. A. Zola.
• 1874 – (11 gennaio) Zola è elevato al titolo di Gran Jerofante al posto di Marconis.
• 1876 – Fondazione di una Grande Loggia Simbolica, la Grande Loggia Nazionale d’Egitto. Il 25 ottobre, Zola conferisce i 95° e 96° gradi a Giuseppe Garibaldi e lo nomina Gran-Maestro d’onore ad vitam del Sovr\Sant\d’Egitto. Il Grande Oriente di Palermo, che voleva assicurare la continuità del Rito, concede una patente al Grande Oriente d’Egitto confermante quella accordata nel 1856 da Marconis. Il 15 novembre, il G\O\ d’Egitto rilascia a Salvatore Sottile, Gran Maestro a Palermo, una carta costitutiva di un Sovrano Consiglio Generale amministrativo dell’Ordine di Memphis per l’Italia e la valle di Palermo.
• 1877 – La Grande Loggia Nazionale d’Egitto diventa indipendente, ma lascia al G\O\ d’Egitto l’amministrazione dei gradi simbolici del Rito di Memphis.
• 1880- Posa in sonno del Sovr\Sant\d’Egitto; i lavori proseguono tuttavia nel Grande Tempio Mistico.
• 1881- Giuseppe Garibaldi viene proclamato da Gianbattista Pessina Grande Jerophante del suo Memphis Riformato e del suo Misraim Riformato.Alla proclamazione partecipano i Santuari degli Stati Uniti, dell’Inghilterra ed Irlanda, e della Romania, oltre quelli del Pessina.Il Grande Oriente d’Egitto contesta la legittimità di questa Proclamazione che riconosce soltanto a Zola.
• 1883 – Il Grande Jerophante Zola si dimette e nomina Ferdinando Francesco delli Oddi come successore.
• 1890 – (15 giugno)- Salvatore Sottile risveglia il Rito di Memphis a Palermo e diventa Gran-Maestro del Sovrano Santuario per l’Italia. Gli succederanno, nel 1900 Salvatore Mortorana, nel 1901 Paolo Figlia, nel 1903 Benedetto Trigona, nel 1921 Reginald Gambier Mac Bean.
• 1900 – (30 maggio) – Delli Oddi è riconosciuto Gran Gerofante dai Sovr\Sant\ degli Stati Uniti, dell’Inghilterra ed Irlanda, della Romania, dell’Italia, della Spagna e d’Egitto.
• 1906 – Il Rito è posto in sonno.
• 1921 – Risveglio del Rito di Memphis a Palermo attraverso i tre Patriarchi Giuseppe Sullirao, Giovanni Sottile e Gambier Mac Bean. Mac Bean diventa Gran Maestro Generale per l’Italia e sue dipendenze.
• 1923 – (23 settembre) – Mac Bean dà i pieni poteri attraverso una patente a Marco Egidio Allegri per ‘l’instaurazione attuale e nei tempi a venire degli organismi massonici che le difficili contingenze permetteranno sulle terre di Venezia e di Lombardia.

 Fondazione e vicende dell’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis Sovrano Gran Santuario Adriatico
Come abbiamo detto sopra, il 23 settembre 1923 E\V\, il Pot.mo\ F\ Marco Egidio Allegri, 33.95, Conservatore ad vitam, veniva incaricato, con patente del Rito di Memphis – Sovrano Santuario di Palermo, firmata dal Sov\Gr\ Maestro Generale Rg. Mc Bean 33.96, del Gran Segretario gen. Tom Virzi 33.95 e del Gran Cancelliere gen. F. Benintende 33.95, alla ‘instaurazione attuale e nel tempo avvenire di quei Corpi massonici che le difficili contingenze consentiranno nella lingua del Veneto e della Lombardia’.
Nel 1925 il Pot.mo\F\ Marco Egidio Allegri, 90° del Rito di Misraïm, diviene Potenza Suprema dello stesso Rito, di cui i primi 86 gradi erano in sonno. Non potendo risvegliare i gradi che erano in sonno a causa della legge fascista che proibiva in Italia la Massoneria, ed essendosi in quell’anno messo in sonno anche il Rito di Memphis – ramo Palermo -, il Pot.mo\F\ M.E. Allegri iniziò il suo lavoro per l’unificazione dei due Riti in uno, in attesa di tempi più favorevoli per l’attivazione.
È necessario precisare, a questo punto, per una completa comprensione della Storia e delle situazioni, che la gran parte degli aderenti ai due Riti nel Veneto erano anche membri dell’Ordine Martinista nei gruppi “Il Veneziano”, “Poseidonia”, “Saint-Martin”. Di questi, il Gruppo “Il Veneziano” ed il Gruppo “Poseidonia” della collina di Venezia, non hanno mai chiuso i lavori durante il regime fascista. Come è noto l’O.M. non ha bisogno di templi particolari nei quali riunirsi e le riunioni sono valide anche se i partecipanti sono soltanto due elementi per volta. I vertici dei gruppi martinisti in Venezia erano in particolare Flamelicus (M.E. Allegri) e Artephius (O.U. Zasio). Per tale motivo noi diciamo che i Riti di Misraïm e di Memphis, ramo Venezia, sono stati conservati dai Martinisti Veneti.
Il 16 maggio 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, Marco Egidio Allegri, faceva uso dei suoi poteri di Potenza Suprema del 90° del Rito di Misraïm e di Gran Conservatore ad vitam del Rito di Memphis e riuniva i due Riti in uno solo, dando vita all’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis e fondava il Sovrano Gran Santuario Adriatico dei Grandi Conservatori dell’Ordine e del Rito 33° 90° 95°, con giurisdizione sui due emisferi, del quale Egli diveniva Imperatore dei Principi Patriarchi di Memphis e Sovrano Grande Jerophante Generale – Sovrano Gran Maestro 33°90°97°. Fondava, quindi, il Sovrano Tempio Mistico dei Patriarchi Principi di Memphis 32° 90° 94°, il sublime Concistoro dei gradi 30° 90° ‘Nephertum’, il Capitolo R+C degli Orphei e stabiliva, inoltre, a perpetuità la Venerabilissima Loggia Madre e Maestra ‘Osiride’, ponendo il Rito allo Zenit di Venezia per confermarne la provenienza ed assicurarne in avvenire la continuità.
Il 14 ottobre 1949 l’Eminente Fratello Marco Egidio Allegri passava alla Grande Piramide Eterna nominando con testamento olografo suo successore il Pot.mo\F\ Conte Ottavio Ulderico Zasio, il quale per diversi motivi, non escluso quello di una temporanea grande difficoltà organizzativa, decretò la sospensione dei lavori nelle camere della Sezione massonica dal 1\ al 18° 30° e lasciando attive le camere superiori del Rito dal 30° 90° al 33° 90° 95° e la Venerabile Loggia Madre e Maestra ‘Osiride’.
Il Conte Ottavio Ulderico Zasio, persona molto colta, gentiluomo e spirito profondamente iniziato, preparò il risveglio di tutte le camere del Rito, organizzando un cenacolo di poche persone nelle quali trasfuse il suo sapere, la sua sensibilità iniziatica ed il più puro desiderio di conoscenza. Il Conte Ottavio Ulderico Zasio passò alla Grande Piramide Eterna il 5 maggio 1966 lasciando la successione testamentaria a favore del Conte Gastone Ventura.
In data 1° febbraio 1967 il Pot.mo\ F\ Gastone Ventura affidò al F\ Francesco Brunelli, all’epoca 33° 90° 95°, una patente per costituire, limitatamente alla Valle del Tevere, un Sublime Concistoro dei gradi 30° 90° da intestare a Giuseppe Garibaldi. Contemporaneamente nella Valle del Piave era attivo il Sublime Concistoro del 30° 90° ‘Nephertum’. A questo punto è necessario precisare che il Pot.mo\ F\ Gastone Ventura (Aldebaran), così come a suo tempo il Pot.mo\ F\ M. E. Allegri (Flamelicus) e il Pot.mo\ F\ O. U. Zasio (Artephius), ricopriva anche la carica di Sovrano Gran Maestro dell’Ordine Martinista. Anche il F\ Francesco Brunelli (Nebo) era martinista ed era stato nominato dal Ventura Gran Maestro aggiunto dell’O.M.
Nel 1970 il Brunelli, persona colta ed irrequieta, ammiratore e seguace di R. Ambelain, famoso scrittore francese di esoterismo massonico e martinista, che egli considerava “suo Maestro” e che, fra l’altro era Gran Maestro Generale di un Ordine denominato ‘Antico e Primitivo Rito di Memphis-Misraïm, proveniente dalla linea Pessina-Yarker-Reuss-Papus-Teder-Bricaud-Ambelain, preparò, verosimilmente per ambizione, o forse su suggerimento di Ambelain, contro il F\ Gastone Ventura un complotto che sfociò nel 1971 in una ribellione aperta che comportò la sua uscita dalla catena Martinista e dalla catena dell’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis. Dopo la sua uscita dai due Ordini, il Brunelli fondò l’Ordine Martinista Antico e Tradizionale e, con patente del “suo Maestro” Ambelain, l’Antico e Primitivo Rito di Memphis-Misraïm – Gran Santuario Italiano – aderente e subordinato al Sovrano Santuario Internazionale di Parigi (attualmente tale Rito appartiene alla Camera dei Riti del Grande Oriente d’Italia).
Consumatasi la ribellione del Brunelli, in data 28 novembre 1971 il Pot.mo\ F\ Gastone Ventura riunì nel Tempio della Piramide di Bologna il Sovrano Gran Santuario Adriatico e proclamò il risveglio effettivo dell’Antico e Primitivo Rito Orientale di Misraïm e Memphis in tutti i suoi gradi e templi. Più volte chiese al Brunelli la restituzione della patente per la costituzione del Concistoro regionale nella Valle del Tevere, che non fu mai, peraltro, costituito. Il Brunelli non restituì mai la patente per cui il Ventura, la sbarrò di sua mano in data 30 novembre 1971 nell’apposito foglio del Libro d’Oro.
In data 28 luglio 1981 il Grande Fratello Gastone Ventura è passato alla Grande Piramide Eterna lasciando la successione testamentaria della Grande Jerophania e della Gran Maestranza al Pot.mo\ F\ Sebastiano Caracciolo che tuttora guida le fortune del Rito.

 

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